Firma un modulo informativo, si ritrova cliente a sua insaputa

TERAMO – Doveva essere un semplice modulo per ricevere delle informazioni sulla promozione di un nuovo gestore di energia. Così, almeno gli avevano assicurato. Invece un ragazzo teramano, A.F., si è ritrovato a sua insaputa cliente del gestore stesso. Il caso, dopo essere stato segnalato all’associazione dei consumatori Robin Hood, è stato denunciato anche ai Carabinieri. “E’ accaduto durante una fiera nazionale – racconta il presidente dell’associazione Robin Hood Pasquale Di Ferdinando – il giovane, che si trovava con la propria fidanzata, è stato fermato dai promotori di una compagnia energetica, anche loro giovanissimi, che gli hanno chiesto di sottoscrivere un modulo informativo, facendo anche una foto digitale della patente, per confermare la veridicità della firma”.  Dopo qualche tempo, l’amara sorpresa: il ragazzo riceve a casa  una busta contenente una fattura, quella relativa la fornitura di corrente elettrica dell’ abitazione famigliare, che aveva già un precedente contratto, intestato alla madre del giovane. Il ragazzo chiama il servizio clienti per segnalare l’errore, ma gli ribadiscono che ha sottoscritto un  contratto regolare. Il ragazzo non demorde e si fa inviare il modulo, scoprendo che quella che lui credeva una semplice richiesta di informazioni era in realtà un contratto vero e proprio. Ma c’è di più: osservando bene i vari fogli, il ragazzo si accorge anche che qualcuno aveva aggiunto dei dati, che lui non aveva mai rilasciato, e che c’erano altri due moduli, con firme palesemente false. Da qui la denuncia ai Carabinieri.  “Non si tratta di un caso  isolato – precisa Di Ferdinando – ragazzi giovani, poco più che ventenni, per pochi euro, rischiano di rovinarsi la vita con un reato penale. La loro individuazione è facile: si tratta di contratti che hanno riferimenti precisi e soprattutto provvigioni pagate, la perizia calligrafica fa poi il resto. Complessivamente il danno arrecato al sistema è elevato, tali comportamenti, figli delle agenzie, di fatto rovinano l’immagine della compagnia e nel complesso gessano, attraverso la paura, un sistema di competitività creato per dare vantaggi al consumatore finale”.